Dio come garante dell' "evidenza"
Dio come garante dell' "evidenza"
-Secondo Cartesio il soggetto è sicuro della propria esistenza come essere pensante, quindi ha certezza delle proprie idee, oggetto immediato del pensiero. Queste si distinguono in :
- Idee avventizie: derivanti dall’esperienza
- Idee fattizie: inventate dal soggetto
- Idee innate: non provenienti né dall’esperienza né dal soggetto
-Tra esse vi è l’idea di Dio, dalla quale deriva che Dio esiste. Infatti l’idea innata di Dio come essere perfetto non può scaturire da un essere imperfetto (proporzionalità tra la perfezione di un’idea e la perfezione della sua causa causa), deve scaturire da un essere perfetto (Dio) che l’ha impressa nella mente umana (Argomento del “marchio di fabbricazione" ) e infine implica necessariamente l’esistenza di Dio
-Per Cartesio se Dio esiste ed è l’essere perfetto allora Dio è buono e non inganna gli uomini, pertanto la facoltà conoscitiva degli uomini uomini è affidabile ed è vero ciò che la ragione ci ha presentata in modo chiaro e distinto
DOMANDE PAGINA 128
1) Le idee della mente umana possono essere distinte in tre categorie. 1. le idee avventizie che ci provengono dall’esterno, 2. le idee fattezze, costruite da noi stessi e 3. le idee innate che non possono derivare da esterno o da una propria creazione ma che sembrano “nate con me “.
2)Se l’uomo fosse la causa di se stesso, si sarebbe dato tutte quelle perfezioni di cui l’idea, ma che non possiede effetti effettivamente. Pertanto bisogna riconoscere che Dio esiste e che ha creato l’uomo finito, ponendo però in lui l’idea dell’infinito e della perfezione.
DOMANDE PAGINA 130
1) Il sapere che la ragione umana raggiunge in modo chiaro e distinto deve essere considerato assolutamente certo. Noi abbiamo ricevuto da Dio la facoltà di giudicare e distinguere il vero dal falso; tutto quello che la ragione ci presenta come vero in modo chiaro e distinto deve ritenersi tale, se non vogliamo ammettere l'assurda idea che Dio ci inganni. Altrimenti Dio stesso, che ne è creatore, sarebbe responsabile dell' inganno, cosa evidentemente inaccettabile in riferimento a un Dio sommamente buono e perfetto.
2) Per Cartesio, l'errore è la discrepanza tra la volontà e il pensiero. Credeva che l'errore derivasse dall'uso scorretto della volontà nel giudicare le cose o nel fare scelte basate su informazioni non corrette o non sufficientemente chiare.
3) Cartesio afferma che Dio non costituisce il primo criterio di verità, ma un criterio aggiuntivo a quello dell'evidenza soggettiva del cogito. Questo criterio aggiuntivo è di carattere oggettivo.
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